Cultura

Così lo Stato butta via l’entusiasmo dei giovani

La Finanziaria non adegua gli stanziamenti e così un obiettore su tre rimarrà a casa. Le associazioni: « D’Alema pensa solo all’esercito professionale».

di Gabriella Meroni

Tra i diciottenni italiani ormai si è sparsa la voce: quest?anno per imboscarsi sia dalla naja sia dal servizio civile basta chiedere di fare l?obiettore. Non è una voce messa in giro dai soliti lavativi durante i ?tre giorni?: questa volta a sussurrare il consiglio infingardo è lo Stato stesso, o meglio il governo. Non apertamente, ci mancherebbe: già il ministero della Difesa fa un?enorme fatica a trovare chi vada sotto le armi (da un paio d?anni, le caserme si svuotano di 20 mila marmittoni l?anno). Di fatto però la politica governativa sul servizio civile garantisce: un aspirante obiettore su tre verrà congedato senza aver fatto un solo giorno di servizio, e chi presenta la domanda nel 2000 ha la quasi certezza di non partire proprio. Quindi perché non approfittarne? La tentazione, immaginiamo, dev?essere forte. Ma com?è che siamo arrivati a questo punto in un paese come il nostro dove i ragazzi desiderano sempre di più impegnarsi nel sociale, le associazioni di volontariato sono a caccia di obiettori e gli enti pubblici non potrebbero più fare a meno di quei 27 mila che vi lavorano praticamente gratis? Semplice: primo, non ci sono i soldi. Secondo, i soldi non ci sono perché non c?è la volontà politica di far vivere il servizio civile in questa transizione verso l?esercito professionale. Terzo, la riforma del servizio civile, approvata quasi due anni fa, non è ancora entrata a regime.

Niente soldi per due anni di fila
Già nel 1999 si era capito tutto. Le domande di obiezione di coscienza presentate nel 1998 erano state 71 mila, ma il finanziamento del governo ammontava a soli 120 miliardi, sufficienti per destinare obiettori fino a giugno. Vista la mala parata, l?esecutivo corre ai ripari e stanzia in fretta altri 51 miliardi, con cui si arriva fino a dicembre impiegando in tutto 84 mila obiettori. Ma ugualmente solo il 55% dello scaglione 1998 entra in servizio. L?anno scorso le domande segnano un record: 108 mila, cui vanno aggiunte le 10 mila del 2000 e altre 38 mila del 1998 ancora da evadere. Totale, 156 mila obiettori da destinare, che in pratica si stima saranno ?solo? 130 mila tra dispensati e rinvii. C?è di che spaventarsi, e invece il governo che fa? Al posto di fare tesoro dell?esperienza dell?anno precedente, raddoppiando le risorse in Finanziaria, mantiene tutto come prima, accantonando gli stessi 171 miliardi. Come dire che su 130 mila obiettori, andranno in servizio i soliti 84 mila, e un ragazzo su tre starà a casa. Non basta. Visto che la riforma del servizio civile prevede che l?assegnazione all?ente convenzionato avvenga al massimo entro nove mesi, chi ha fatto domanda nel 2000 è praticamente sicuro di non partire, visto che è improbabile se non impossibile che la sua richiesta venga presa in esame entro settembre o ottobre, con la montagna di arretrati da smaltire. Facile, no? È come se lo Stato, invece di ?I want you?, agli obiettori dicesse un bel ?dietrofront?, di voi non sappiamo che farcene.

45 mila intelligenze sprecate
Evidentemente, l?Italia si può permettere di scaricare oltre 45 mila intelligenze e, perché no, 90 mila braccia, una risorsa preziosissima che andrà sprecata nel migliore dei casi nella ricerca di un lavoro, nel peggiore davanti alla tv. Le associazioni degli obiettori e gli enti che ne utilizzano le energie vedono le loro funeree previsioni avverarsi con puntualità. «Non capisco a chi interessi questo sfascio, le cui conseguenze ricadranno sui cittadini più deboli», riflette Massimo Paolicelli, portavoce dell?Associazione Obiettori Nonviolenti. «Il governo è interessato solo all?esercito professionale, non vede altro: per questa armata, che ancora non esiste, ha stanziato 1000 miliardi; per il servizio civile, che invece esiste, dice che non ha soldi». In effetti, le parole del ministro della Difesa Mattarella a questo proposito confermano la tesi degli obiettori: «Il desiderio dell?esecutivo è quello di avere sempre più finanziamenti per soddisfare il maggior numero di giovani che intendono svolgere il servizio civile» ha dichiarato il ministro. Aggiungendo subito dopo: «Questo, certo, tenendo conto delle esigenze di bilancio». Grazie, onorevole, ce n?eravamo accorti.
Eppure, un anno e mezzo fa la legge 230 di riforma dell?obiezione di coscienza era stata salutata come un passo avanti verso un vero servizio civile nazionale. Oggi però si scopre che gran parte di quella normativa non è ancora stata applicata, nonostante la buona volontà del direttore dell?Ufficio Nazionale Guido Bertolaso (intervistato qui a fianco). «Su troppe cose si naviga a vista» accusa don Antonio Cecconi, responsabile Caritas per gli obiettori. «Gli enti ancora non sanno quale sia il loro interlocutore a livello locale. Prima era il distretto militare, ma oggi? C?è appena stata la prima riunione ufficiale della Consulta degli enti dopo due o tre incontri ?illegali? per mancanza di regolamento. Caos anche sui rimborsi: ci sono enti che aspettano di ricevere i soldi anticipati per la diaria nel 1998». Stessa insoddisfazione dall?Arci, uno degli enti che impiega più obiettori (2700 l?anno, di cui il 12% vi trova un lavoro): «L?atteggiamento del governo non è coerente e molto grave per un esecutivo di centrosinistra», afferma Licio Palazzini. «Se vogliamo ancora contare sugli obiettori, ancor prima di metterci a pensare a come sarà il nuovo servizio civile, dobbiamo fare in modo che la legge in vigore venga attuata per davvero. Che le ragazze possano svolgere il servizio civile oltre che portare la divisa!».
Già, perché guardando al futuro, alla fine della leva obbligatoria, ci sono in cantiere diverse proposte per l?istituzione di un servizio civile nazionale, sganciato dalla leva, non si sa se volontario (come vorrebbe ad esempio l?Arci, che propone di aprirlo agli stranieri) o obbligatorio (come suggerisce la Caritas). Una cosa è certa: una proposta governativa in questa direzione, finanziata con 100 miliardi, è pronta, ma non si è nemmeno iniziato a discuterla. Non è che per caso non interessa a nessuno?

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